Polistrocche (1)

Martedì, 19 settembre 2006
Questa storiella in rima inaugura una serie (non lunghissima, non preoccuparti) di filastrocche politiche. Politiche perchè nate come scritti "d'occasione", sulla scia di forti emozioni che, nonostante tutto, alcuni fatti socialmente rilevanti (mi) sanno ancora dare.

Questa, in particolare, era stata scritta al tempo in cui l'allora presidente del consiglio cianciava sulla supposta superiorità dell'occidente. Mi sembra tristemente tornata di moda...

Tuttavia il mio intento, questa come le altre, è di parlare da un angolo un po' più ampio, di fare delle favolette con una morale, se non universale, almeno generale.
Si parva licet componere magnis, mi piace pensarle un cocktail fra Esopo e Brecht.

Questa prima polistrocca è un gioco sull'autoreferenzialità inconsapevole, quella gabbia ideologica in cui tutti, troppo spesso, siamo imprigionati: odio i violenti; li picchierei tutti!


Ha parlato il Presidente
e lo voglio riportare,
se sei un minimo paziente
puoi provare ad ascoltare:

"Appartengo a una cultura
che in millenni si è formata
e la verità matura
che alla fine è risultata
è che nessun uomo al mondo
deve esser superiore;
se capiamo questo a fondo
ed al vero apriamo il cuore
non possiamo non vedere
che in confronto a tutti i mori,
con le loro barbe nere,
noi siam certo superiori!


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